Alcuni couturier hanno fatto dell’utilizzo di un colore, di un materiale, di un certo tipo di taglio, il proprio tratto distintivo; a questi artisti della stoffa, le cui creazioni sono riconoscibili alla prima occhiata, la storia della moda riserva un posto di rilievo. Discorso a parte vale per il Made in Italy e per i suoi preziosi ambasciatori nel mondo, tra questi, Antonio Riva, creativo originale, ideatore di uno stile personalissimo che affonda le radici in una tradizione antica di cui lo stilista è erede naturale nonché portavoce eccellente.
Un’occasione speciale richiede un abito speciale, se non addirittura straordinario, ben lo sanno nella Maison Riva che ha fatto della sobrietà e dell’eleganza il proprio diktat stilistico. Linee pure e allure anni Cinquanta, il talento di Riva è un tocco di magia all’incrocio tra le luci della passerella, il glamour degli eventi dei protagonisti del bel mondo e i sogni delle donne comuni.
Laureato in architettura, nato nel cuore del nord Italia, fa spesso parlare di sé per essere lo stilista delle star, dal red carpet all’altare – tra le sue ultime creazioni, il romantico wedding dress indossato da Michelle Hunziker per il con Tommaso Trussardi. Irrefrenabile curioso, costantemente alla ricerca della bellezza e dell’ispirazione che riversa nei suoi abiti, non è improbabile trovarlo in una delle boutique del marchio (tra quelle sparse per il mondo se ne segnalano diverse in Giappone, una in Messico e una a San Pietroburgo) in compagnia delle sue clienti che ama seguire personalmente nonostante gli impegni. In una di queste soste lo abbiamo incontrato per una chiacchierata sulla moda, il matrimonio ed il suo universo creativo.

Come nasce l’idea di un abito? Dove prende l’ispirazione?
Davvero ovunque. Amo viaggiare e tutto quello che mi circonda diventa ispirazione per me, da un semplice edificio a un gioco di colori.

Lei è un architetto che opera nel campo della moda. Che peso ha la sua formazione nelle sue creazioni? Da qui proviene la tridimensionalità che caratterizza molti dei suoi abiti?
I miei studi influenzano molto le mie creazioni, e l’architettura ha chiaramente segnato il mio stile: mi diverto a “costruire” i miei abiti rispettando geometrie ed asimmetrie, giocando con i contrasti tridimensionali creati dai diversi materiali.

È la forma, infatti, a rendere altamente riconoscibili i suoi abiti. Possiamo dire che è ciò che identifica il suo stile?
Direi di sì, i miei abiti sono molto costruiti. Le rouches, in particolare, rappresentano l’elemento per il quale sono conosciuto in tutto il mondo.

Parliamo della sua sposa, elegante e, allo stesso tempo, molto originale. In alcuni suoi abiti c’è anche il colore: con quale significato lo adopera?
I colori che utilizzo di più per gli abiti da sposa sono il bianco, l’avorio ed il cipria, naturalmente li adoro ma la scelta finale del colore dell’abito spetta sempre alla sposa. Alcuni abiti sono pensati, e quindi disegnati, già in una certa tonalità, dipende dall’ispirazione del momento. In altri abiti aggiungo invece inserti di colori differenti al fine di creare degli affascinanti contrasti cromatici.

Molte sue spose indossano il cappello, ci sembra di capire che è un accessorio per il quale ha una particolare predilezione…
È vero. Molti di quelli che vedete indossati a completare le mie creazioni sono opera di Krisztina Reisini, la stilista del marchio Kreisicouture. Krisztina è un’ottima designer ed  è oltretutto un’amica con la quale collaboro da moltissimi anni.

Cosa ha imparato sulla moda nel corso dei suoi viaggi?
La moda è ispirazione ed è un mondo in continuo movimento. Ogni giorno c’è qualcosa di diverso da cui trarre spunto per il futuro, nel mio caso, sempre con un occhio di riguardo sulle tendenze del passato. La presenza dello stile degli anni Cinquanta, ad esempio, è molto forte nelle mie creazioni.

Al momento realizza più abiti per le spose italiane o per quelle straniere?
Sotto questo punto di vista mi ritengo molto fortunato, ho un mercato molto grande sia in Italia che all’estero. Le spose italiane sono inevitabilmente di numero superiore, specie per la presenza dello showroom nella città di Milano; molte delle spose straniere, invece,  nell’ultimo periodo, provengono in particolare dal mondo arabo. Tra qualche settimana apriremo un nuovo negozio a Dubai, rientrerà in un progetto che si chiama “La Villa”, una struttura dedicata alle eccellenze italiane.

Restando in tema di scambio culturale, c’è qualcosa che le nostre spose dovrebbero imparare da quelle straniere?
Non credo che le spose italiane debbano imparare qualcosa, in senso stretto. I matrimoni in cui sono coinvolto sono molto vari, oltre che diversi l’uno dall’altro, in questo risiede la loro bellezza. Naturalmente, incontrare culture diverse permette di conoscerle, farne parte ed infine di apprezzarle.

Il nostro è un paese di tradizione. Lei, ad esempio, è molto legato a Lecco, la sua città, nella quale ha da poco inaugurato una nuova sede…
Sì, da poco ci siamo trasferiti in una sede più grande che risponde ad un forte incremento della produzione. Sono molto legato alla mia città ed è una grande emozione per me realizzare un abito per un matrimonio che si celebra a Lecco perché mi riporta alle mie origini, al posto in cui tutto è cominciato.

Lei ha disegnato abiti per molte spose famose contemporanee, quale donna (o sposa) del passato avrebbe voluto vestire?
Sì, ho avuto la fortuna di creare abiti per matrimoni di rilievo internazionale. Sono molte le donne affascinanti del passato per le quali avrei voluto disegnare un abito, se proprio devo sceglierne una direi Grace Kelly.

La tendenza di questa stagione segna il ritorno del mikado, del pizzo, delle gonne a ruota, dei fiocchi. È il ritorno di quegli anni Cinquanta di cui parlavamo poco fa.
Sì, è vero! Tra i tessuti direi che c’è il ritorno anche della garza di seta e del satin. Gli anni Cinquanta hanno da sempre caratterizzato il mio stile, la mia più grande ispirazione è sempre stata Audrey Hepburn.

Sono numerose le sue incursioni nel mondo delle arti, dal cinema al teatro: i suoi abiti sono arrivati anche a teatro, sui palcoscenici londinesi… Che sensazione si prova?
È affascinante: esplorare altri settori attraverso la moda è  davvero stimolante. Di recente ho collaborato col regista Paolo Genovese sul set del film “Sei mai stata sulla Luna?”, in questa occasione è stata ripresa una mia sfilata ed io stesso appaio nel film in prima persona. Per quanto riguarda invece il teatro, mi occupo spesso degli abiti della mia amica Carmen Giannattasio, soprano italiana di grande bravura.

Per tornare all’architettura e al design, si è mai occupato di abitazioni, di arredare un interno, anche solo per divertimento?
Certo che sì, ed è molto divertente per me! Spesso i miei amici mi contattano per suggerimenti e consigli per l’arredamento delle proprie case. Sebbene sia particolarmente impegnato, amo fare da me gli allestimenti degli eventi che organizziamo.

L’ultima domanda è sulla collezione 2016. Da vero anticipatore di tendenze, cosa può raccontarci?
Sono molto soddisfatto dell’ispirazione della nuova collezione, la presentazione ufficiale sarà a Milano in occasione della bridal week. Protagonista sarà il mio stile ma adoro incuriosire e sorprendere quindi… Vedrete!

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