E voi, futuri sposi,  avete già pensato al momento per dire “Grazie”?

Il tavolo imperiale è pieno di fiori. Le voci si fanno sottili, leggere, quasi in sottofondo. Gli sposi recuperano un po’ di respiro. La sala si ferma e il tintinnio della forchetta da dolce al cristallo del bicchiere è il segno che qualcuno, in quell’immenso frammento di festa, sta per prendere la parola.

La formalità del giorno, in genere, lascia che a guidare i discorsi e i ringraziamenti agli sposi sia l’istinto, che libero e spontaneo potrebbe provocare, però,  qualche inconveniente. Rotto il ghiaccio, tutti vorrebbero prendere la parola. Il galateo preferirebbe invece che questo momento sia ben strutturato e pensato come parte integrante dello svolgimento della cerimonia. Un cenno al cameriere che sospende il servizio in sala: siamo alle portate finali, l’ultimo momento prima di uscire in terrazza per la torta nuziale.

Il testimone si alza e cattura l’attenzione dei presenti,  tenendola per tutta la durata del suo intervento smorza i toni con una battuta, una botta di umorismo.  E quindi scomodando le citazioni  altrui, l’amico si erge a testimone delle nozze e di quell’amore, spifferando racconti ed aneddoti degli innamorati, cercando  di non mettere in imbarazzo la coppia.

Un  breve discorso, lo fanno anche i genitori degli sposi che, mossi dalla semplicità e dalla tenerezza di quei momenti, si affidano all’emozione imprevista di quel cuore che riesce a dire solo “Grazie”. L’imbarazzo poi dello sposo che sceglie il momento più giusto per promettere amore eterno – a modo proprio – alla sua sposa: parole d’amore per una dichiarazione che ascoltata da quella grande platea assume maggiore consistenza e forza.

Poche parole poi quelle della sposa: un grazie commosso ai genitori che le applaudono dal fondo della sala. La neo moglie si passa le mani sul viso ad asciugare l’ultima piccola lacrima. Poi  sotto lo sguardo attonito di tutti, afferra le mani di suo marito e come previsto parte la musica, la colonna sonora di quella vita insieme. D’altronde, le parole non sempre servono

E per chi non avesse dimestichezza con le parole?

Gli sposi che volessero ringraziare i propri invitati sviando l’imbarazzo della pubblica parola saranno attenti a preparare i bigliettini di ringraziamento – che riprendono la grafica e il tema delle nozze – da distribuire insieme alla consegna della bomboniera e dei confetti. Un biglietto da usare anche come segnaposto.

Per chi ama fare le cose in grande, un’idea carina potrebbe essere quella di allestire una mostra da esibire nella location: una raccolta di fotografie degli sposi  che segnano i momenti condivisi con gli invitati alle nozze.

E per chi non fosse presente al ricevimento ma ha provveduto ad omaggiare gli sposi con un regalo, la sposa si preoccuperà di far recapitare loro un messaggio di ringraziamento: un bigliettino che dovrà esser inviato non oltre i due mesi dalle nozze.

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