Sono passati cinque anni dal nostro ultimo incontro con Carlo Alberto Terranova, il designer che per molti anni ha legato la sua fama al marchio Sarli Couture. Da allora molte cose sono cambiate. Prima di sederci a parlare aspettiamo che finisca di dare istruzioni alle sarte che stanno realizzando i suoi ultimi modelli.
L’ultima volta ci siamo visti a Roma, nello storico Atelier Sarli in Via Gregoriana. Cosa è successo nel frattempo?
Un po’ di cose. Tanto per cominciare siamo a Napoli dove questa mattina ho firmato i bozzetti che ho disegnato per VPS Sposa, una capsule collection sartoriale di sette abiti all’interno della prossima collezione del brand Olympia Bridal.
Torniamo al 2014: a gennaio ad Altaroma sfila New Land, il progetto creativo che ha fatto seguito a Sarli Couture di Fausto Sarli di cui lei è…? Un continuatore, mi definirei così. New Land nasceva come società nel 2005 per volontà di Fausto Sarli con l’intento di fare prêt-à-porter ma è stata messa da parte perché con la malattia e la scomparsa del Maestro mi sono occupato di portare avanti il discorso sull’alta moda e la prima linea. Fallita la vecchia proprietà e con la volontà di salvaguardare il patrimonio ereditato dal Maestro, nel luglio 2017 nell’ambito della kermesse Altaroma è stata presentata la prima collezione Sarli New Land. In questi sei mesi ho ricevuto nuove proposte, riconoscimenti importanti – tra cui il premio Orgoglio italiano 2018 – con l’idea, che non ho mai abbandonato, di riprendere i lavori del brand storico di alta moda a Roma, nel quartier generale.
Tra i nuovi progetti una mini collezione per Olympia Bridal. Come è nata questa collaborazione?
Il primo contatto con il brand Olympia è dello scorso luglio e dati i tempi strettissimi abbiamo deciso di iniziare con una capsule di sette abiti. Abbiamo cercato di creare contemporaneità e leggerezza attraverso la sartorialità, volumi importanti realizzati con tessuti leggeri in bianco ottico e bianco seta con incrostazioni di pizzo che fungono da ricami. Corsetti e stecche per non tradire uno stile che affonda le radici nell’haute couture che non dimentica le proporzioni e il comfort. Abiti adatti per la bella stagione, periodo prediletto per i matrimoni, che possono essere portati tutto il giorno in ogni tipo di location, anche al mare. Il Maestro Sarli diceva che uno stilista è come un musicista: può suonare in qualunque posto ma si porta dietro la sua musica. Parlando di abiti, ci si porta dietro il proprio gusto e la propria tradizione.
Cosa segue della moda contemporanea?
In verità faccio fatica a seguirla, a capire di chi siano gli abiti. Siamo arrivati al no season, una sola collezione che vale per tutto l’anno. Tutto è cambiato. La donna è cambiata, un tempo si vestiva da giorno e da sera, per il tè del pomeriggio. Oggi invece lavora e deve affrontare gli impegni senza avere il tempo di cambiarsi. È importante recuperare un’identità personale. Prima non c’era internet, le riviste uscivano ogni sei mesi e gli abiti erano riconoscibili perché le case di moda imponevano il proprio stile. Stupire con semplicità senza essere ermetici e incontrando sempre le aspettative delle clienti sono gli insegnamenti del Maestro che, insieme a Capucci e Valentino, ha fatto la storia della couture del nostro paese.
L’intervista completa su Mia Sposa Magazine in edicola.