Le donne lo preferiscono savage, almeno nello stile e nell’outfit, una reminiscenza di quel claim che recitava “per l’uomo che non deve chiedere mai”. E a dirlo sono le passerelle, come quelle di Pitti Uomo 90, un uomo di impatto che non passa inosservato. Di quelli io vorrei, non vorrei ma se vuoi e Fasto Puglisi ne è il chiaro esempio.
Un debutto, il suo nella moda maschile, che scardina i confini dei dettami imposti fino ad ora per realizzare una collezione che esorcizzi, al meglio, le sue visioni e le sue ossessioni.
E se lo street style vede protagonisti elegantissimi dandy inglesi, il defilé si costruisce su cromie scure, forti, d’impatto, classiche e moderne allo stesso tempo.
Eccolo, l’uomo guerriero e lottatore alla stazione Leopolda. Si muove su una pedana nera infiammata da luci rosse, tra busti di minotauro, giocatori di calcio storico fiorentino e sei detenuti. Un po’ sognatore, un po’ dominatore. Deciso e di rigore, che riflette l’anima ribelle e rock del designer più tatuato della moda.
Il richiamo evidente al mondo antico è dappertutto: dai calzari e sandali da gladiatore alle collane, alle applicazioni in oro e in bronzo. Ci sono anche i jeans strappati, le cinture gaucho e i giubbotti in pelle con applicazioni metalliche. Ad addolcire il tutto, le stampe e i patch floreali nei colori del sole, i bomber di seta. Un mix fortissimo di croci e borchie, piercing all’orecchio e al naso. La barba lunga, un po’ sogno proibito di ogni donna. Un uomo che si veste di pelle dalla testa ai piedi. In più, la T-shirt con la scritta “Fausto”.
Per la donna, invece, il designer punta sul colore: ampi pantaloni a palazzo, giacche vestaglia e cuissardes altissimi con plateau, stampe floreali. Un ossimoro di personalità che, nella moda come nella vita, funziona.















